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giovedì 9 giugno 2011

Venerdì 3 Giugno – ho un sassolino nella scarpa!




Oramai la mente comincia a fare un poco di confusione, vacilla, tentenna …

L’opera di X era là o era dall’altra parte? Ma il quadro che ho visto era blu o rosso? E sì qui alla fine il paradiso si trasforma in un inferno...

Via troppa roba!

E' anche vero che non si deve vedere tutto (e infatti molte cose le ho lasciate... ).

Però mi domando anche fino a che punto tutto questo marasma di arte serva, visto che molta pare un piacevole piacere autoreferenziale e le cose veramente interessanti sono davvero poche.

Come sempre lasciamo spazio a tutti i gusti e idee.

Sicuramente i video sono tornati. Sarà la crisi ma sono ricomparse una marea di mediocri video, documenti e quant’altro che potrebbero essere messi praticamente su youtube evitando così inutili spostamenti e noiosissime code.

Forse in alcuni casi, con un minimo di allestimento come nel caso del padiglione Giappone con Tabaimo, si apprezza maggiormente l'opera.

Riassumendo però tante le code, a volte inutili, come quella della Gran Bretagna con Mike Nelson che ripresenta solo 8 anni dopo un padiglione interno/esterno simile a quello della Germania di Gregor Schneider nel 2001, che vinse il Leone, d’oro, o come quello americano che giocando con gli atleti mette sempre più in dubbio la capacità degli artisti di fare arte, lasciando grossi dubbi ed interrogativi se l'arte debba essere così vicina all'intrattenimento.

Esemplare a questo proposito il gruppo di padiglioni Spagna ed Olanda, in cui la parola detta o scritta è l'elemento dell'opera... ma allora non è sociologia spicciola.

Aspetto di ascoltare anche i commenti e le critiche, di chi come me, passerà (o è già passato) qualche giornata in questa sorta di "mirabilandia" di eventi, commentando quelli che più vi son piaciuti e che magari io mi sono perso.

Torniamo per ora a segnalare le cose più belle che ho visto oggi.

Sono ripassato ai Giardini e all’Arsenale così ho potuto rivedere certi lavori e apprezzarne altri, visti con più stanchezza ed un po' più di distacco.

Mi lascia un poco perplesso l’opera di Jan Fabre, che pare giocata troppo sull’effetto spettacolare.

Domani concludo con la Punta della Dogana e un giro a rivedere le cose che mi avevano affascinato di più.

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